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SENTENZA DEL TAR SU VALUTAZIONE RELIGIONE CATTOLICA: la posizione della CISL SCUOLA
 inserita il 14/08/2009
Di seguito il comunicato emesso dal Segretario nazionale, Francesco Scrima, in merito alla recente sentenza del Tar sul valore della valutazione della religione cattolica nel documento di valutazione dello studente.
LA SCUOLA HA IL DOVERE DI VALUTARE Tutto quello che avviene a scuola è “scuola”; tutto quello che si insegna a scuola rientra in un progetto che ha come obiettivo la formazione integrale della persona e dunque rientra anche nell’obbligo valutativo che la scuola ha.
E’ in base al progetto educativo che la scuola offre - e che le famiglie chiedono - che si determina, poi, la valutazione complessiva di ogni alunno.
Tutto dunque concorre alla valutazione, dal comportamento al profitto in ogni disciplina.
I diversi apprendimenti contribuiscono a determinare il giudizio finale; ovviamente in misura diversa rispetto al peso che le varie discipline assumono nei diversi indirizzi di studio, ma tutto è valutabile e tutto perciò deve valere in qualche modo per la valutazione che la scuola fa dell’impegno e dei risultati che il ragazzo raggiunge e che gli insegnanti, collegialmente, testimoniano e certificano. Che dunque l’insegnamento della religione cattolica rientri a pieno titolo in questo processo ci sembra incontestabile, e non è discriminante perchè, pur essendo un insegnamento opzionale, fa parte dell’offerta formativa che l’istituzione scolastica propone e che prevede delle alternative, anch’esse valutate, se scelte.
Discriminante sarebbe il contrario: non considerarlo parte del percorso formativo che il ragazzo sviluppa e che la scuola, alla fine, deve pur considerare.
Roma, 12 agosto 2009.
Francesco Scrima
Segretario Generale CISL SCUOLA

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