Pubblicato il 12 gennaio 2014
In una settimana due provvedimenti punitivi nei confronti di tutto il personale della scuola, prima il recupero degli scatti di anzianità 2013, poi il recupero dei benefici economici relativi alle posizioni economiche del personale ata.
Grazie alla ferma opposizione dei lavoratori, dell’opinione pubblica e quindi di parte della politica, entrambi i provvedimenti sono stati annullati, ma ci si chiede con preoccupazione se il futuro riserverà altre amare sorprese non più sostenibili dalla scuola e dal suo personale.
Sembra di vivere in un limbo, in cui il timore che prima o poi qualcuno escogiti qualcosa di nuovo è dietro l’angolo, poi il susseguirsi delle dichiarazioni politiche, lo sdegno, la non condivisione, le preoccupazioni…
MA dove sono i nostri politici sdegnati e scandalizzati quando in sede di commissioni parlamentari, nelle sedute della Camera e del Senato approvano i provvedimenti senza colpo ferire?
Le suggestioni mediatiche oggi non bastano più, gli eventi impongono una responsabilità politica.
La scuola ed i cittadini onesti di questo paese chiederanno conto a tutti i politici del loro operato senza distinzione di coloro e sigla partitica.
Dalla STAMPA “Insegnanti scattanti” di Massimo Gramellini
Il governo che aveva prorogato il blocco degli scatti di stipendio per i dipendenti pubblici è lo stesso governo che nel 2012 ha concesso uno scatto di stipendio agli insegnanti delle scuole pubbliche (in paziente attesa da anni tre). Ma quando il governo che ha concesso lo scatto si è accorto, con un certo stupore, di essere lo stesso governo che aveva bloccato gli scatti, ha preso – come è nel suo stile – una decisione rapida e temeraria, intimando agli insegnanti la restituzione del maltolto in comode rate di 150 euro al mese che verranno decurtati dalle prossime buste paga.
Nessuno mette in dubbio la coscienza integerrima del funzionario ministeriale, immancabilmente solerte, che accortosi della contraddizione ha provveduto a porvi rimedio. Ma uno immagina che sopra i funzionari sieda ancora qualche politico in grado di capire la differenza tra un atto dovuto e un atto punitivo. Era proprio il caso di infliggere questa umiliazione a persone sottopagate che quotidianamente impediscono al catorcio scolastico di inabissarsi, trascorrendo le notti a correggere i compiti e i giorni a fare collette per la carta igienica? E un governo a maggioranza democratica può essere così autolesionista da prendere a sberle la categoria che rappresenta il nocciolo duro dell’elettorato democratico? È ciò che si è chiesta, tra gli altri, la nuova segreteria del Partito democratico. A conferma che la situazione politica è ormai surreale, e il Pd domiciliato al governo e quello uscito vittorioso dalle primarie hanno in comune solo l’omonimia.